domenica 6 agosto 2017

La canzone di Achille di Madeline Miller - Recensione di Mariano Ciarletta.



Avete presente quando avete la fortuna di leggere quel tipo di libro che vi rimane impresso nella mente a distanza di giorni o di settimane? Bene, se siete degli amanti del romanzo storico non potete farvi scappare la meravigliosa storia di Achille e Patroclo narrata sapientemente dalla scrittrice Madeline Miller. In fondo chi non conosce le gesta del pelide Achille durante la guerra di Troia? Chi non è a conoscenza dell’amore viscerale e della devozione che lo legava al compagno Patroclo? L’autrice, però, non si sofferma solo sugli eventi che riguardano la parte finale della vita dei due personaggi, ossia durante il conflitto tra gli Achei e i Troiani, ma risale all’infanzia di Patroclo e all’incontro con Achille fin dal periodo adolescenziale, percorrendo poi la formazione presso la famosa “grotta” del centauro Chirone e il soggiorno di Achille presso Sciro, dove, per volontà di sua madre, la ninfa Teti, sarà costretto ad indossare abiti femminili e a nascondersi al fine di non partecipare all’imminente conflitto tra Greci e Troiani dove, secondo la famosa profezia, non farà più ritorno. La canzone di Achille è sì dunque un romanzo storico, ma che spazia in tante altre tematiche: l’amore sconosciuto, la paura del sentimento, il senso dell’inadeguatezza di Patroclo nei confronti del padre, la volontà divina che spinge gli uomini a percorsi già disegnati. Il romanzo della Miller è un lavoro notevole, sia perché alla base di quest’ultimo vi è una ricerca storica ma specialmente perché, per la prima volta, si ha una narrazione che non viene originata dagli occhi del pelide Achille, personaggio di spicco dell’epica classica e e del conflitto tra Greci e Troiani, ma è Patroclo, con i suoi stessi occhi, a dar vita ad una narrazione semplice, efficace e ricca di sentimento e valori umani.


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